Rifugio Tonolini e Laghi Gelati



Il passo a salire è lento e regolare. Fabio sembra contare i passi, ma in verità gli viene naturale camminare così. Per me è un toccasana:niente scatti e sprechi inutili di fiato.


Al Rifugio Baitone siamo in un lampo. Superiamo il lago omonimo lungo tutto il lungo traverso che lo costeggia a sinistra e in poco siamo sull’ultima salita per il Rifugio Tonolini. Nonostante ci siamo fermati a fotografare ,siamo in anticipo sui tempi indicati dai cartelli cai. Ci fermiamo ancora a fare qualche foto al panorama e al torrente che alimenta il Lago Baitone.


Il Tonolini è lì. A fare da sentinella sulla valle. Brulica di escursionisti. Gente salita a rinfrescarsi (in questi giorni  a Brescia ci sono 37 gradi), alcuni pronti a scalare ,altri a raggiungere il prossimo rifugio ,magari lungo l’alta via dell’Adamello. Noi siamo qui per andare a vedere i laghi nei dintorni e quello che capita.

Ma prima di ripartire ci vuole una rinfrescata al lago Rotondo:un laghetto adiacente al rifugio in cui si specchiano le cime circostanti. Il laghetto è un comodo e fresco punto di ristoro presso cui mi concedo un giro panoramico fotografando riflessi, colori  e le varie sfumature  in continuo movimento cromatico dell’acqua .




Ripartiamo a sinistra del laghetto. Il cartello indica un paio d’ore per i Laghi Gelati. Mentre saliamo la nostra attenzione si focalizza dopo poco più di mezz’ora su un vecchio muro di un probabile bacino abbandonato e , camminando nei paraggi, scendendo a sinistra del sentiero notiamo un bivacco senza nome circondato da rocce e pozze quasi secche. 



Laghi  ,laghetti, pozze, torrenti sono elementi che completano la tavola del maestoso parco dell’Adamello. E così anche le curiose spiaggette che caratterizzano l’accesso ai laghetti:spiagge di fango e sabbia scura , liscia e finissima costellate di bianchi sassi che un tempo giacevano sul fondo di laghi più grandi o su vette più alte.






Facendo il giro del lago Lungo abbiamo lasciato tracce nella sabbia e ficcato le nostre teste accaldate nelle acque gelate da riva. Idee congelate, pensieri anche,ma non il tempo, che , scorrendo come il torrente poco sopra, ci ha riportato in superficie caricandoci gli zaini in spalla.
Purtroppo era ora di rientrare e sulla via del ritorno ce le siamo presa un po’ comoda. Qualche scatto improvvisato, altri un po’ meno. Passo costante, parole che volavano trasportate da folate di vento sporadiche. La pianura soffiava il calore della città incanalandolo nella valle fino in cima. Al Baitone i riflessi del lago cambiavano ad ogni nostro passo e ci hanno costretti ad altre fotografie.

In poco tempo eravamo al Pont del Guat, rigenerati ancora una volta.


Commenti

Post più popolari