Luoghi da scoprire, gente da incontrare, storie da raccontare...by Carlo Tognazzi
Monte Spino (1485m)
Ottieni link
Facebook
X
Pinterest
Email
Altre app
-
Certe volte si ha voglia di partire soli, senza pretese , senza una vetta da raggiungere o un libro da firmare. Si ha voglia di partire per trovare una salita , per faticare e distrarsi dalla routine, per fare una camminata e vedere un posto nuovo che ci ispiri qualche emozione nuova o qualche fotografia. Questa gita è stata così.Direzione S.Michele di Salò, ferrata Spigolo della Bandiera, ferrata Ernesto Franco , rifugio Pirlo allo Spino e alla fine, nonostante ci fosse nulla di programmato, c'è stata anche la vetta dello Spino. Giornata di sole da incorniciare.Quando improvvisi e tiri fuori escursioni come questa è una soddisfazione.
Ore 8. Siamo a meno qualche grado. Si parte dal Gaver per malga Cadino e su fino al Lago della Vacca. Una meta conosciuta e ambita da tantissimi amanti dell'Adamello. Sentiero tranquillo, da percorrere come un bel trekking durante la stagione estiva. Le cose cambiano in inverno e primavera. Soprattutto se c'è neve dalla sbarra al Tita Secchi. Cambia perchè ci inciaspoliamo e saliamo praticamente sempre sotto zero gradi fino lassù. Fatico il doppio con le ciaspole, non le sento parte integrante dei miei piedi, come invece accade quando indosso gli scarponi. Non sono solo lo strumento che mi consente di progredire anzichè sprofondare nella neve,le sento come una zavorra e ad ogni passo ,soprattutto sui traversi mi rallentano e infastidiscono. Il Prudo invece si fa guidare dalle sue ciaspe e vola sulla neve.Vola! Lo invidio, lo inseguo, tento di impietosirlo ,ma lui è una fottuta macchina. Dopo due ore non lo vedo più,sparito sul sentiero nevoso...
Gaver ,Passo Termine, Listino, Passo Blumone, Rifugio Tita Secchi e ancora Gaver. Questo il mega tour che ci siamo fatti io e il Prudo:più di 20 km tra boschi, vette, passi, sassi, vallate. Una giornata di sole e sudore come da tempo bramavamo. Un percorso ,quello dal Passo Termine al Listino, ricco di ruderi, fortini, resti di ospedali militari ormai logori dal tempo oltre che dalla guerra. Dopo aver incrociato il bivio col sentiero n°1 ci siamo diretti ancora in salita tra resti di filo spinato e ripari di pietre costruiti a secco. Dopo un'ora eravamo in vetta al Monte Listino. Il Blumone a ovest, l'Adamello come sfondo alle nostre spalle insieme a una serie di cime e vallate andavano a dipingere l'immensa tela del parco dell'Adamello. Poco più aventi c'era anche il Pizzo Badile Camuno, che avevamo salito poco più di un mese prima, immersi in una fitta nebbia e disceso poi, sotto una pioggia fredda da cima a fondo. ...
Cima Gusaur e Cima Manga facevano parte fin dall'inizio della Grande Guerra dell' Impero Austro-Ungarico, ma furono conquistate dagli Italiani nei primi giorni del conflitto. Il 24 maggio, da Cadria, il comandante, il colonnello Metello Gianni, segnalò al Comando del Sottosettore delle Giudicarie che non si trovavano traccia, né si sapeva, di lavori realizzati in valle dal nemico, le cui truppe si erano ritirate su posizioni tattiche al di là di Val di Ledro. Nella zona, priva di risorse, con soltanto vecchi, donne e fanciulli, si soffriva la fame. I bersaglieri avanzarono verso Bocca alla Croce, Cima Gusaur e Cadria, disponendosi sulla linea che da Puria va a Dosso da Crus passando per Monte Caplone, Bocca alla Croce e Cima Gusaur. Il giorno seguente raggiunsero il Caplone ed il Tombea. Non trovarono resistenza.
Commenti
Posta un commento